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Sul mercato immobiliare

Mutui situazione Crif: nel 2021 richieste mutui -0,2% a/a. Importo medio in aumento

Richieste di mutui in calo ma importi erogati in aumento. Secondo le analisi sul patrimonio informativo di EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF, il 2021 si conferma un anno particolare per il mercato, sostenuto dalle generazioni più giovani, grazie agli incentivi governativi, e dai mutui green.

Nel mese di dicembre, secondo quanto emerge dallo studio, le richieste di mutui presentate dalle famiglie italiane sono calate del 19%, seguendo un andamento in discesa iniziato nel giugno scorso. Ragionando però sull’intero anno 2021, il mercato dei mutui immobiliari sembra ancora risentire degli effetti della pandemia: malgrado il progressivo recupero delle compravendite residenziali e dei prezzi al metro quadro, nel complesso dei 12 mesi si registra una lieve flessione delle richieste, pari allo 0,2% rispetto al 2020, anno in cui invece si era registrata una crescita del 2,8% nel confronto con l’anno precedente.

La performance negativa risente del calo delle surroghe, che nel periodo di osservazione hanno via via accentuato la contrazione dei volumi a causa del fisiologico ridimensionamento dei contratti per i quali la rottamazione risulta ancora vantaggiosa.

L’importo medio richiesto si è attestato a 139.110 euro, in crescita del 4,1% rispetto all’anno precedente. Il dato trova una spiegazione non solo nel recupero dei prezzi degli immobili dopo una lunga fase recessiva ma, soprattutto, nel ridimensionamento dei contratti di surroga, che per natura presentano un valore decisamente inferiore a quello dei mutui d’acquisto.

Nel complesso quasi i 3/4 delle richieste presenta un importo al di sotto dei 150.000 euro, a conferma della propensione delle famiglie a orientarsi verso soluzioni in grado di pesare il meno possibile sul bilancio familiare.

La distribuzione per fasce di importo nel 2021 è risultata non molto differente rispetto all’anno precedente, con una contrazione delle richieste solamente nella classe inferiore ai 75.000 euro, dove tipicamente si concentrano i mutui di sostituzione.

A conferma della propensione delle famiglie a orientarsi verso soluzioni in grado di pesare il meno possibile sul proprio bilancio, nel 2021 oltre l’80% delle richieste di mutuo si è caratterizzato per una durata superiore ai 15 anni, in modo da spalmare il piano di rimborso su un arco temporale di lungo periodo.

Questa tendenza si è ulteriormente accentuate rispetto al passato, con una crescita proprio dei piani di rimborso di maggior durata.

Analizzando la distribuzione delle richieste di mutuo in relazione all’età del richiedente, dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF emerge un significativo abbassamento dell’età media. Nello specifico, se al primo posto si conferma nuovamente la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni con il 32,4% del totale, tutte le classi mostrano una contrazione rispetto alla corrispondente rilevazione del 2020 ad eccezione degli under 35 che, stimolati dagli incentivi varati dal Governo, sono arrivati a spiegare il 30,5% del totale contro il 27,5% dell’anno precedente.

Tra gli altri driver che hanno inciso positivamente sull’andamento della domanda, sicuramente vanno segnalati i mutui di ristrutturazione e, soprattutto, i mutui green per l’efficientamento energetico dell’abitazione, che sono arrivati a spiegare l’8% sul totale dei mutui acquisto e l’11% di quelli per ristrutturazione.

Maurizio Liuti, Corporate Communication Director di CRIF: “La dinamica della domanda di mutui risulta in controtendenza rispetto all’andamento positivo delle erogazioni che, come rilevato anche dall’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia sul credito al dettaglio, nei primi nove mesi dell’anno avevano fatto segnare un incremento del 21,3% relativamente ai flussi e del 16,1% per numero di contratti. La performance delle richieste conferma l’andamento negativo che ha avuto il comparto durante la seconda metà dell’anno e, soprattutto, risente del forte ridimensionamento dei mutui di sostituzione.

In assenza di nuovi shock causati dall’evoluzione della pandemia, nel prossimo futuro l’atteggiamento delle famiglie nei confronti del ricorso al credito potrà trarre beneficio dal miglioramento dello scenario macroeconomico e dal consolidamento della ripresa oltre che da tassi d’interesse ancora contenuti. Per il 2022, pertanto, ci si attende un progressivo recupero della domanda di mutui immobiliari. Prospettive positive anche sul fronte delle erogazioni, che beneficeranno anche da una rischiosità degli impieghi che si è attestata sul livello più basso degli ultimi anni, con il tasso di default 90 past due che per i mutui immobiliari nell’ultima rilevazione dello scorso settembre era sceso addirittura allo 0,7%”.

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