Proroga al Piano Casa: Ampliabili Edifici sulla Carta
BARI – Lo scorso anno avevano giurato che era l’ultima volta. Invece, lo hanno fatto di nuovo. E stavolta si sono pure superati: con un disegno di legge passato all’unanimità, la commissione Ambiente del Consiglio regionale non ha solo prorogato (per la sesta volta in sette anni) il Piano casa dell’epoca Berlusconi. Ma ha anche introdotto l’ampliamento postumo: potranno essere allargate del 20% anche le costruzioni che ancora non esistono.
Non è uno scherzo. Ma è quanto previsto dal testo bipartisan firmato da Fabiano Amati (Pd) e Francesco Ventola (Dit), che ora dovrà passare all’esame del Consiglio. Ebbene, nel prorogare al 31 dicembre 2018 la possibilità di ricorrere al Piano casa (sostanzialmente: l’ampliamento del 20% degli edifici residenziali, o del 35% in caso di demolizione e ricostruzione con criteri di sostenibilità), è stata estesa agli immobili di cui è accertata anche solo l’«esistenza giuridica» al 1° agosto 2016. Traduzione in italiano: chi al 1° agosto 2016 ha anche solo ottenuto il permesso di costruire (che di norma vale 12 mesi) ottiene in automatico il bonus del 20%. Spettacolare, ma non basta ancora.
Nel 2016, cioè due proroghe fa, fu consentito di trasformare in residenziali anche gli ampliamenti degli edifici realizzati in zona agricola: un enorme regalo per chi possedendo un cascinale abbandonato ci si è fatto la casetta o il bed&breakfast. Con la proroga in vigore, in un rigurgito di serietà, questa opzione è stata cancellata. Ma evidentemente qualcuno non aveva fatto in tempo a sfruttarla. Ed ecco che (testuale dalla relazione di accompagnamento al provvedimento), «per raggiungere condizioni di equità con chi nell’anno 2016 si è avvalso di tale disposizione poi eliminata, ed ovviamente per immobili esistenti al 31 agosto 2015, si è inteso reintrodurre la previsione precedente, limitatamente – si ripete – agli immobili esistenti al 31 agosto 2015». Ovviamente: in campagna nessuno controlla cosa c’è e cosa c’era.
Eppure lo scorso anno il consigliere Amati, proponendo la proroga poi approvata in Aula all’unanimità (con un paio di «regalini» che sembrarono scritti ad personam), aveva garantito che era l’ultima volta. «Mi riferivo – spiega – alla necessità, concordata con l’assessore Curcuruto, che venisse approvato un testo unico dell’edilizia». Insomma, visto che non è arrivato il testo unico, riecco la proroga. Perché? «Risulta ancora fondata – secondo Amati – la necessità di rilancio dell’economia attraverso il sostegno dell’attività edilizia e il miglioramento della qualità architettonica, energetica e ambientale del patrimonio edilizio esistente». Una linea su cui è d’accordo pure il centrodestra: «Speriamo che la proposta venga calendarizzata al più presto – dice Ventola – perché è urgente: la chiedono tutti i Comuni, ma anche le imprese edili, per dare una boccata d’ossigeno al settore». Un sub-emendamento di Amati consentirà di realizzare impianti fotovoltaici anche sugli edifici dei centri storici, fermo restando il parere paesaggistico. Ma va detto che sulla trasformazione in residenziali degli ampliamenti in zone agricole, il referto normativo segnala la necessità «di acquisire una opportuna valutazione tecnica da parte delle competenti strutture della giunta regionale»: significa che dall’esecutivo potrebbe arrivare uno stop.